A.G. Fadini
Evaristo Baschenis: a scuola di Pittura

Evaristo Baschenis (1617-1677) è stato un pittore bergamasco noto per i suoi dipinti di nature morte.
Figlio di un mercante divenne prete nel 1643. La privilegiata condizione di ecclesiastico gli permise di viaggiare e di esercitare l'attività artistica con una certa libertà e disponibilità di tempo. I suoi quadri erano spesso composti da oggetti comuni, come strumenti musicali, libri, frutta e verdura, che venivano rappresentati con grande realismo e dettaglio.
Le sue opere si caratterizzavano per una resa particolarmente accurata delle superfici e dei dettagli, che conferivano alle sue nature morte un senso di concretezza e di straordinaria presenza fisica.
Come dimostrazione di virtuosismo e capacità, in alcuni dipinti basta osservare come riesce a rendere il senso della polvere sugli strumenti musicali.
Baschenis conosceva la musica, come dimostra il suo unico autoritratto (Trittico Agliardi), in cui si è raffigurato nell'atto di suonare una spinetta.
Abile anche nell’uso di prospettive, i suoi dipinti presentano oggetti disposti su ripiani inclinati o su superfici con molteplici angoli di vista, che creano un vivo senso di tridimensionalità e di profondità. Liuti, violini, citare, arpe, spinette sono il suo pretesto per creare un’atmosfera di contemplazione.
Un silenzio metafisico simile a quello di De Chirico prima e Morandi poi, senza nulla invidiare alle atmosfere di Jan Vermeer.

Nei quadri di Baschenis si aggiunge anche il muto stupore di chi si trova di fronte a una sapiente tecnica, causa di sincera meraviglia.
Di fronte a un Baschenis quanti potrebbero dire: “Questo lo so fare anch’io!”?
Andrea Giuseppe Fadini